Capire quanto irrigare e quando concimare sarà sempre più facile per gli agricoltori. E le risposte arriveranno dall’azione coordinata di tecnologie ed esperienza umana. In questo processo saranno protagonisti i droni, tecnologie in grado di sorvolare dall’alto i terreni e raccogliere un gran numero di informazioni da processare.Tra le aziende che hanno intuito il valore di questi nuovi ‘aiutanti’ c’è anche Marco Pannunzi, titolare dell’azienda DNetwork di Torino, con cui offre supporto ad aziende e privati nell’ambito dello smart farming.
“Costruisco da solo i miei droni – spiega a Italiafruit News Pannunzi – avevo iniziato per passione e ora si sta trasformando in una professione. Ho deciso di affiancare con le mie tecnologie gli operatori dell’agricoltura di precisione, tramite analisi e ispezioni delle colture”.



Il lavoro inizia e finisce a terra. Dopo un dialogo iniziale con l’azienda per individuare le principali esigenze, si passa all’attività del drone per poi tornare ad analizzare tutti i dati raccolti.“Una volta processate le immagini tramite le telecamere multispettrali dei droni – continua il titolare di DNetwork – ci interfacciamo con gli agronomi e gli esperti aziendali per coordinare il processo di ottimizzazione e gestione delle colture”.E ancora: “Con il remote sensing (telerilevamento ndr) dei droni e l’utilizzo di uno specifico software, riusciamo a fornire immagini georeferenziate con una precisione di 8 centimetri: in questo modo gli agronomi avranno tutte le informazioni per loro essenziali, come lo stato vegetativo delle colture, e riusciranno a gestire di conseguenza i cicli colturali”.
Il lavoro di telerilevamento si ripercuote in maniera positiva sui costi aziendali: “Sapere quali zone del terreno necessitano più acqua o più concime fa la differenza nel fatturato aziendale e nel modo di lavorare – specifica Pannunzi – inoltre questa gestione della coltura consente di aumentare il rendimento per ettaro”.
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